Oltre le mura

A Palazzo Medici Riccardi apre la mostra “Oltre le mura”, prodotta dall’Associazione Culturale MetaMorfosi e dallo Xi’An Art Museum, in collaborazione con Eawe Project e N!Studio Asia, con l’intento di rinsaldare le relazioni fra la città di Firenze e la città di Xi’an e far conoscere al pubblico fiorentino e ai flussi turistici del Palazzo l’arte contemporanea cinese. La collettiva, a cura di Gaetano Di Gesu e di Susanna Ferrini, è costituita dai lavori di 23 artisti, selezionati da Yang Chao, direttore dello Xi’An Art Museum, e offre un intenso e affascinante spaccato della produzione artistica contemporanea cinese.

Nove tematiche, o “figure”, come spiegano i curatori dell’esposizione, propongono un ritratto di rara lucidità della Cina contemporanea, delineando una profonda riflessione che coinvolge la storia della città e la storia recente della Cina.

Si parte dal CIBO, elemento di fondamentale importanza in Cina, sia per il ricordo angoscioso della grande carestia degli anni ’60, sia per il senso attuale del raggiunto benessere. La metafora del cibo, come simbolo di aggregazione, è protagonista dell’opera di Song Qun, opera che assume un aspetto simbolico molto potente; viene evocata attraverso l’allestimento, nella Limonaia di Palazzo Medici Riccardi (dove vennero celebrate le nozze di Lorenzo de Medici), di un tavolo di 10 metri, ricavato da antiche porte di abitazioni contadine, sul quale sono disposte 300 ciotole diverse raccolte nelle campagne dello Shaanxi.

IL DENARO è la seconda figura presa in considerazione. E’ infatti la forma stessa della forza e della competizione, metafora universale dell’incessante trasformazione economica. In questo caso è l’occhio implacabile di Gu Changwei che attraverso la micro fotografia restituisce inedite qualità grafiche della banconota simbolo della Cina, dove campeggia l’immagine di Mao. Nell’opera di Zhou Zhonming invece, perfetti uomini di affari cinesi sono ritratti ad inchiostro su registri contabili, fatture, ricevute fiscali, codici a barre.

MAO è un’altra figura dominante, è il simbolo della Cina moderna e pervade in maniera palese e subliminale ogni aspetto della vita pubblica. Il Maoismo è presente come reperto nelle opere di Dong Wentong dove gli aforismi del grande padre e il mito dell’insegnamento definiscono i temi della sua opera.

LA LUNGA MARCIA, metafora più completa della Cina odierna, nella mostra è incarnata nell’opera di Guo Yan , “il tempo passa in silenzio” e diventa l’occasione per una descrizione implacabile della Cina contemporanea e delle sue contraddizioni.

LA CALLIGRAFIA, che per i cinesi è anche forma suprema di arte, viene evocata nelle opere di Guo Zhigang in cui l’impostazione tradizionale è molto evidente, ma la ricchezza e la precisione del segno espressi nella grande dimensione producono un risultato di rara eleganza contemporanea. Il tempo della scrittura e della calligrafia è presente nel “libro della confusione” di Wang Mengmeng, nel segno di Wang Chao e in tutta la ricerca artistica di Wang Fenghua.

Altro aspetto fondamentale è LA PIANIFICAZIONE SOCIALE da parte del governo, che ha lasciato in Cina tracce indelebili sulla sensibilità delle persone. Le foto di Su Sheng, Infanzia alla cinese, organizzate come un set cinematografico, sono la rappresentazione perfetta del benessere acquisito della classe media e della solitudine dell’infanzia.

Sul tema della CRESCITA DELLE CITTA’ lavora invece l’installazione di Liu Kecheng, Illusory city, posta al centro del cortile di Michelozzo. L’installazione si intreccia con la memoria storica rappresentata dalle fotografie di Zhang Mifang e vive sotto l’ombra dello stormo nero di Guo Yan e sotto lo sguardo dell’Orfeo di Baccio Bandinelli.

In seguito alla grande crescita economica degli ultimi 25 anni il popolo compatto del Maoismo si è trasformato in una MOLTITUDINE. Ecco l’altra tematica che pervade la mostra e che è presente nel fiume umano di Guo Yan, nella versione realista dei Fotografi dello Shaanxi e poi ancora in versione sarcastica nelle opere di He Dan.

Infine, ultimo tema affrontato è IL CONSUMO. Il rapido e potente progresso economico cinese ha portato, infatti, una civiltà contadina a confrontarsi con il consumo, non necessario, di merci. Sopravvive tuttavia, ancora oggi, una traccia contadina che si oppone allo spreco anche attraverso il riciclo. L’artista Xing Danwen in particolare si sofferma su queste attività con una notevole sensibilità estetica attraverso una serie di 15 fotografie che raccontano lo smontaggio e la selezione di materiale elettronico non più in uso. Anche la scultura di Fu Qiang, che assembla materiali di meccanica pesante realizzando figure immaginarie di uomini e di animali, fa riferimento allo stesso spirito di riuso.

 

Percorso espositivo

Presentazione alla stampa e inaugurazione

 

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